Sport
Vittoria calcio, il nome del prossimo allenatore è alle porte
Per coprire il ruolo di direttore sportivo ci sarà il ritorno di Tino Longo
Il Vittoria calcio vuole riprendere a marciare
Il nome del prossimo allenatore del Vittoria è alle porte. Nelle ore frenetiche dettate dal post Campanella, la notizia certa è che la società avrebbe già trovato l'accordo con il sostituto di Giuseppe Restuccia. Chiuso il rapporto con il direttore sportivo, la dirigenza sarebbe corsa immediatamente ai ripari contattando di nuovo l’ex diesse “per un giorno” Tino Longo, liberatosi nel frattempo dall'Akragas. Questa la novità più importante, nell’attesa di rendere ufficiale il nuovo allenatore, da scegliere nell'elenco dei papabili. Dopo le rinunce a Bognanni e Cacciola – il rischio quello di ripetere un Terranova bis a livello economico – la società ha incassato il “no” di Pietro Infantino, figura di esperienza soprattutto nel Ragusano. Franco Tudisco (vice di Ferrara a Modica) l’altro nome sondato a più riprese. Un profilo capace di entrare nelle dinamiche di uno spogliatoio in casi complicati (così ne parlano). Infine tirato in ballo anche l’ex beniamino della C2 Marco Pisano, per giungere agli ultimi sondaggi con i nomi di due tecnici ex calciatori di categoria e non siciliani, fra cui Davide Baiocco ex Catania.
Insomma, un ventaglio di nomi all’interno del quale non sono mancati persino i richiami nostalgici, come ad esempio quelli di Claudio La Mattina e del suo fedelissimo che tutti ricordiamo per il grande passato a Vittoria, Loreno Cassia. Ma quella di La Mattina, si sa, è una figura che spacca l’opinione, o con lui oppure senza di lui. Ecco perché lo abbiamo sentito dopo essere stato chiamato in gioco dall'ambiente in queste ore. La Mattina tornerebbe? “Premetto – risponde – di non essere mai stato contattato dalla società, a tutto ciò il mio impegno sarebbe dettato esclusivamente dalla voglia di aiutare l’attuale dirigenza, che con enormi sforzi si sta impegnando da qualche anno per il calcio a Vittoria. Non tornerei come direttore sportivo, bensì da amministratore delegato e collaboratore tecnico, perché oltre a credere in questa società sana, reputo allo stesso tempo che occorra il bisogno di di una persona che questo ambiente lo conosce bene eccome, specialmente per salvaguardarlo dalla giungla di avvoltoi che gira intorno al calcio quando si intuisce il benessere economico di una piazza".
"Purtroppo - aggiunge La Mattina - non godo di simpatia fra gli attuali dirigenti, ma le mie analisi ed esternazioni sono state sempre dettate a fin di bene, perché temo che così facendo si arriverà presto ad una mancanza di voglia di fare per via degli errori, quattro allenatori cambiati in due anni, e dalle delusioni. Disperdere il patrimonio di questa dirigenza, avviata dal buon lavoro iniziale dell'ex presidente Toti Miccoli, sarebbe un puro peccato, ecco perché bisogna unirsi più che mai e salvaguardare la passione dei dirigenti. Per la mia città sarò sempre a disposizione".
Andrea La Lota