Il fenomeno del tennis
Sinner e quel servizio diventato un'arma letale: «Si è migliorato imparando da Nadal, Federer e Djokovic»
Le parole del coach Darren Cahill che rimarrà al fianco del campionissimo italiano anche nel 2026: «Ecco come si è migliorato»
Studiare i tre colossi – Federer, Nadal e Djokovic – per compiere un ulteriore salto di qualità. Darren Cahill, il guru del tennis che resterà nello staff di Jannik Sinner anche nel 2026, racconta il dietro le quinte dello show che ha consacrato l’azzurro “Maestro” alle Finals.
“Cerchiamo di imparare dai migliori, Rafa, Novak e Roger, e di implementare quanto più possibile da loro per dare a Jannik gli strumenti per mettere più pressione possibile sugli avversari” ha spiegato il tecnico australiano.
Il fondamentale su cui Sinner ha compiuto i progressi più marcati è la battuta. “Nel tennis hai il controllo su un solo colpo, ed è il servizio” ha ricordato Cahill. “Sinner e Simone Vagnozzi hanno fatto un lavoro incredibile nelle ultime quattro o cinque settimane per riorganizzarlo e trovare quel ritmo e quella cadenza che gli hanno permesso di alzare la percentuale di prime”.
L’analisi si concentra proprio sulla battuta: “Non è solo una questione di percentuale di prime. Se ci interessasse davvero solo quella, gli faremmo rallentare la velocità per metterne di più. Invece Jannik ha aumentato i chilometri orari, tira più vicino alle righe e ottiene molti più punti gratuiti” ha aggiunto Cahill.
In un tennis rapido come quello interpretato da Sinner e Carlos Alcaraz, che tolgono respiro agli avversari, il servizio vale metà del lavoro. E i margini non sono finiti: “Sebbene Jannik risponda già molto bene, sentiamo che ha ancora margini di miglioramento in quell’area. Questa è la cosa davvero interessante ed entusiasmante nel lavorare con qualcuno forte come lui: ci sono parti del suo gioco che possono ancora crescere molto. E vogliamo che giochi il suo miglior tennis a 28, 29, 30 anni. Speriamo di impostare ora il piano che gli permetta di farlo tra qualche anno”.
I numeri confermano il trend: nei grandi appuntamenti – Finals, Slam, Masters 1000 e Olimpiadi – Sinner vince un titolo ogni 5,8 tornei disputati. Meglio di lui, in questa speciale graduatoria, solo Novak Djokovic (3,3), Rafael Nadal (3,5), Carlos Alcaraz (3,9), Roger Federer (4,4) e Pete Sampras (4,9).
Il cemento indoor resta la sua vetrina d’elezione: nel circuito ATP ha messo insieme una striscia di 31 successi consecutivi.
Cahill difende la varietà delle superfici e ne dettaglia le differenze. “Credo che ci sia ancora una grande varietà tra le superfici. A Torino era medio-veloce, piuttosto rapida. La differenza tra Indian Wells e, per esempio, Cincinnati è enorme. Indian Wells è un campo molto lento. Cincinnati è uno dei campi in cemento più veloci del tour. Credo che la varietà sia giusta. Forse si potrebbero rendere le palle più rapide. Ne abbiamo parlato: sarebbe utile che i tornei usassero una palla più uniforme, specialmente tra la stagione sulla terra e quella sul cemento americano”.
Sul gioco di Sinner, l’australiano non ha esitazioni: “Credo che si adatti bene a tutte le superfici, lente, veloci o medie. Ovviamente la terra sarà un grande obiettivo per noi l’anno prossimo, per continuare a migliorare il suo tennis su quella superficie. Continueremo a lavorarci”.