Enna
In vista delle amministrative 2026 cresce l'interesse per un'intesa tra riformisti, moderati e progressisti
A lanciare la proposta è stato l'ex sindaco Paolo Garofalo a cui aveva risposto Francesco Alloro, ex assessore; l'idea ora trova l'apprezzamento anche del consigliere comunale Giuseppe Trovato e ci sono già altre ipotetiche adesioni
Il Comune di Enna
Nel panorama delle prossime elezioni amministrative 2026, avanza l'ipotesi di un progetto che mira a mettere insieme quel fronte ormai noto come progressista, riformista e moderato, termini che si candidano ad essere parola chiave di questo fine 2025.
A lanciare l'appello per una sinergia era stato - attraverso «La Sicilia» - l'ex sindaco Paolo Garofalo a cui ha risposto Francesco Alloro, ex assessore, e ora trova l'apprezzamento anche del consigliere comunale Giuseppe Trovato che ne parla in esclusiva sul nostro quotidiano. Eletto nella coalizione che portò al bis del sindaco Maurizio Dipietro, Trovato nel corso del cammino consiliare è passato all'opposizione e ora guarda con interesse a un progetto che si trova in fase embrionale.
Per Trovato occorre intanto «superare l'esperienza Dipietro, nel senso che ha avuto le sue caratteristiche politiche specifiche, e che dopo un primo periodo in cui ha saputo esprimere buone pratiche amministrative, nel corso del tempo ha invece visto prevalere egoismi che hanno determinato lo scollamento della coalizione presentatasi nel 2020, oltre ad una continua e indecente girandola di assessori e cambi di squadra che non ha prodotto risultati apprezzabili».
Possono coesistere in questo progetto chi sta all'opposizione e chi all'interno delle forze di governo cittadino? Trovato non alza steccati.
«Credo sia possibile mettere insieme le diverse realtà, la ritengo una formula interessante, ovviamente vanno chiariti meglio i contorni ed i contenuti di queste formule. Sono convinto che le prospettive politiche risultino convincenti se riempite di contenuti, programmi e obiettivi da mettere in campo e con l'individuazione di una serie di persone che godano della sufficiente credibilità per realizzarle». Per Trovato insomma «non devono esserci preclusioni, anche nei confronti di forze che si sono trovate a condividere l'esperienza Dipietro che non è tutta negativa per quanto mi riguarda; l'importante è chiarirsi sulle prospettive future».
Se così dovesse accadere e se dovessero esserci i presupposti, arriverà però il tempo di scegliere da che parte stare. È questo ciò che aggiunge Trovato: «Se alcune forze intendono costruire una prospettiva nuova mi sembra logico svincolarsi da una prosecuzione amministrativa, una qualche cesura con l'esperienza che va a chiudersi va azionata».
Ma oggi cosa significa mettere insieme riformisti, progressisti e moderati? Per il consigliere «significa coniugare le istanze che provengono dal mondo della sinistra e che guardano alle classi più deboli e quel metodo di governo più tipico delle forze riformiste».
Sui programmi la priorità è quella di «immaginare il miglioramento dei servizi ed il rendere più semplice la vita alle persone» osserva ancora Giuseppe Trovato che in conclusione dice «se questa nuova prospettiva fosse incarnata da forze fresche e da personalità che dimostreranno di sapere come si amministra, tutti saremmo chiamati ad impegnarci».