×

La seduta

Cromwell, Totò Schifani e “raccomandocrazia”, le opposizioni all'attacco del presidente

Gli interventi a Sala d'Ercole dei deputati di Pd, M5S e Controcorrente. In tanti, hanno chiesto le dimissioni del governatore.

Accursio Sabella

02 Dicembre 2025, 17:03

19:25

Seduta a Sala d'Ercole per il voto di sfiducia al presidente della Regione Schifani

Se il capogruppo del Pd ha detto di parlare “a un governo che non c'è più” e se il leader di Controcorrente ha parlato di un “re nudo”, la guida all'Ars dei Cinque Stelle è arrivato a chiedere le dimissioni, citando anche Cromwell. Per oltre tre ore, l'opposizione all'Ars ha illustrato i motivi della mozione di sfiducia contro il presidente della Regione Renato Schifani, in Aula fin dall'inizio di una seduta presieduta all'inizio da Gaetano Galvagno.

È toccato ai tre rappresentanti delle forze delle opposizioni a Sala d'Ercole, quindi, intervenire per primi, accendendo le polveri di un confronto dall'esito scontato, così come ammesso da alcuni degli stessi deputati del campo progressista. “Difficilmente – ha detto ad esempio il capogruppo M5S Antonio De Luca - questa mozione raggiungerà i numeri per essere approvata. Ma è un atto dovuto. Questo governo è stato delegittimato dalle inchieste della procura, un governo che ha brillato solo per inefficienza. Un governo travolto da scandali in serie”, poi l'affondo finale contro il governatore: “Abbia un sussulto di dignità. Ammetta che non poteva riuscire, con gli alleati che ha, e faccia l’unico atto di dignità in questa legislatura. E si dimetta oggi. Glielo chiedo in nome di Dio: andatevene", ha chiuso citando Oliver Cromwell. Per il capogruppo Dem, Michele Catanzaro, invece, l'esecutivo non esiste più: “Questo governo – ha detto - ha esaurito ogni ragione politica di rimanere in carica. Un governo che ha fallito tra i siciliani, ancora una volta mortificati da chi li rappresenta. Presidente Schifani - ha aggiunto - ma come fate a non rendervi conto di avere ricacciato la Sicilia in una opacità sistemica senza alcuna visione strategica! Come fate a continuare a pensare che la Sicilia si possa amministrare con politiche di corto respiro sempre motivate da interessi particolari, se non addirittura personali. Il governo non c'è più - ha concluso Catanzaro -. perché ha fallito dal punto di vista politico, dal punto di vista amministrativo e, in ultimo, dal punto di vista della credibilità pubblica. La raccomandocrazia è ancora qui”.

Il leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera, ha attaccato Schifani e ironizzato su “l'ignavia e l’inadeguatezza del suo governo sono noti a tutti tranne che a lui. Ordina ai suoi cortigiani di premiarlo e di incensarlo, si guarda tronfio affermando allo specchio: 'Chi è il più bello del reame'. E in coro i suoi assessori dicono: 'Sei tu, Presidente'. Si è guadagnato il nome di Totò Schifanì. Lei non è stato il vero presidente, era Totò Cuffaro. Presidente Schifani – ha poi aggiunto - lei fugge da questo Parlamento da mesi, fugge dalle sue responsabilità e dal disastro. Ha deciso di fare il presidente per interposta persona, affidando lo scettro del potere al suo amico Cuffaro”.

Agli interventi dei tre leader all'Ars dei partiti e dei movimenti di opposizione, sono seguiti moltissimi interventi: in pratica, tutti i deputati di Pd e M5S hanno preso la parola, puntando il dito su inefficienze e problemi, in particolare sulla gestione della Sanità in Sicilia. Tra questi, anche il presidente della commissione regionale Antimafia, Antonello Cracolici che ha centrato il suo intervento sul tema della legalità: “L'autorità giudiziaria fa il suo mestiere, ma la politica dov'è? Agisce nel secondo tempo? Si limita a commentare?”. Questo presidente - aggiunge - ha una debolezza politica, non è riuscito a porre freno ai problemi. Ma ha messo davanti la sua ricandidatura a due anni e mezzo dal termine della legislatura. Per questo reputo il presidente inadeguato a fare questo mestiere. Questo governo non c'è più”.