LA RIFORMA
Nuovo sistema elettorale, l'ipotesi del centrodestra è un proporzionale con premio: come funziona il “Porcellum costituzionalizzato”
Il punto di partenza è l’eliminazione dei collegi uninominali introdotti dal Rosatellum, che assegna un terzo dei seggi in collegi maggioritari e i restanti in piccoli collegi plurinominali con listini bloccati.
Il centrodestra sta lavorando a una riforma del sistema di voto che gli sherpa della trattativa definiscono un "Porcellum costituzionalizzato": abolizione degli attuali collegi uninominali e ritorno a un impianto proporzionale con premio di maggioranza alla coalizione che superi una soglia prestabilita.
Restano però aperti diversi nodi, dallo sbarramento elettorale alla soglia per l’accesso al premio, fino al meccanismo di scelta dei deputati e dei senatori. Come ha chiarito Giovanni Donzelli, il punto di partenza è l’eliminazione dei collegi uninominali introdotti dal Rosatellum, che assegna un terzo dei seggi in collegi maggioritari e i restanti in piccoli collegi plurinominali con listini bloccati.
Nel 2022 il centrodestra si è aggiudicato la gran parte degli uninominali grazie alla divisione del centrosinistra, assicurandosi così un’ampia maggioranza parlamentare. L’architrave della proposta guarda a un modello simile al Porcellum, corretto secondo le indicazioni della Consulta del 2014: un proporzionale con premio alla coalizione vincente che superi una soglia compresa tra il 40% e il 42%.
In alternativa, si valuta un premio crescente (12%, 13% o 15%) al superamento di diversi scaglioni, ad esempio 42%, 43% o 45%. Sul tavolo anche la revisione dello sbarramento per i partiti non coalizzati, oggi all’8%: allinearlo al 3% previsto per i soggetti in coalizione favorirebbe una corsa autonoma di Azione di Carlo Calenda, ipotesi che alcuni nel centrodestra non escludono.
Resta infine da definire il metodo di selezione degli eletti. L’opzione più lineare è mantenere i collegi proporzionali con liste bloccate, da cui attingere i seggi. Forza Italia spinge invece per il ritorno alle preferenze, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ha proposto una soluzione mista: capolista bloccato e preferenze per gli altri candidati.