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INFRASTRUTTURE

«Il Ponte si farà, siamo in dialogo con la Corte dei Conti»: il governo torna alla carica

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli: «L’auspicio è che non ci sia un’impostazione ideologica, ma la volontà di migliorare un’opera così importante»

Alfredo Zermo

19 Novembre 2025, 21:32

«Il Ponte si farà, siamo in dialogo con la Corte dei Conti»: il governo torna alla carica

Sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina «siamo in dialogo con la Corte dei Conti, l’auspicio è che non ci sia un’impostazione ideologica, ma la volontà di migliorare un’opera così importante, che porta il nome di Silvio Berlusconi e il marchio di Matteo Salvini». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alessandro Morelli, intervenendo a Palazzo Brancaccio durante la festa per i 70 anni de L’Espresso.

Il collegamento «si farà, si può fare» ha ribadito Morelli, definendolo «un’opera fondamentale non solo per la Sicilia e per la Calabria, ma per tutto il Paese». Il rappresentante di governo ha ricordato che, a fronte dei 13,5 miliardi destinati al ponte, «sono già stati investiti oltre 40 milioni di euro».

Morelli ha poi sottolineato il quadro più ampio degli interventi: «Abbiamo investito 40 miliardi di euro sulle infrastrutture “non ponte”, ci sarà anche la nuova metropolitana di Messina all’interno degli investimenti. Perché alla fine il ponte è importante per andare in Sicilia, ma avere un’infrastruttura di questo genere ci permette di chiudere una rottura di carico: visti gli investimenti, chiudiamo questa rottura di carico e permettiamo alle merci di essere scaricate dalle navi in Sicilia, messe su un treno e poter raggiungere il continente con tempi europei».

Quanto alla nuova bocciatura della Corte dei Conti sulla delibera Cipess relativa all’opera, il sottosegretario ha osservato: «Questo secondo stop è conseguenza del primo, nulla di inatteso. Noi aspettiamo le motivazioni e già alla terza riga capiremo». Rispondendo a chi ipotizza un pregiudizio dell’organo contabile, Morelli ha precisato: «Qualcuno ci dice che la Corte abbia un presupposto ideologico di diniego verso un’opera che ha avuto un rilievo politico nel secolo scorso e per Salvini che oggi è il promotore dell’iniziativa. Io non credo che sia così, ritengo che ci sia la possibilità che la Corte voglia esprimere le proprie sensibilità su alcune criticità che in un’opera da 13 miliardi ci possono essere. Se queste sensibilità servono a segnalare criticità e riescono a migliorare il lavoro del governo è uno stop tecnico che francamente nei 50 anni di attesa sono un nulla».

E ha concluso: «L’importante è che tutte le amministrazioni lavorino alla realizzazione di un’opera che cambierà il volto dell’Italia, dell’Europa, facendo ritornare l’Italia a livello geopolitico al centro del Mediterraneo».