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a siracusa

«L'inchiesta Cuffaro solo un capitolo, altri potrebbero essere tirati dentro». Il presagio del presidente dell'Antimafia Regionale

Il deputato Pd Antonello Cracolici definisce quello adottato dalla maggioranza «il modello del stiamo tornando». Parla di appalti e funzionari regionali. E di possibili nuovi scenari

Salvo Catalano

17 Novembre 2025, 21:14

21:18

antonello cracolici

«Questa storia giudiziaria di Cuffaro è uno dei capitoli di un lungo libro che verrà scritto in Sicilia nei prossimi mesi e che non riguarda solo Cuffaro. Tutti gli altri, molti degli altri che condividono il modello del cuffaresimo - non solo nel governo delle cose concrete, ma nell'approccio e nella visione della gestione della cosa pubblica - inevitabilmente potrebbero essere tirati dentro». È una versione quasi oracolare quella che il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici tira fuori a Siracusa, al convegno "Liberiamo la Sicilia da malaffare, corruzione e clientele" organizzato dal Pd

Il deputato regionale dem parla dopo la segretaria Elly Schlein. E traccia una parabola ampia di quanto sta accadendo in Sicilia. «Alle elezioni di tre anni fa nel centrodestra è scattata una parola d'ordine che coincide con il programma che si sta attuando. La parola d'ordine è "stiamo tornando". E sta a significare che la stagione che fu bloccata dalle vicende che anni fa riguardarono Cuffaro e altri, stava tornando». In questo modello, attacca Cracolici, «c'è anche Schifani».

Per descrivere in cosa consiste il «stiamo tornando», il presidente dell'Antimafia elenca una serie di esempi. «Oggi non c'è dirigente o funzionario della Regione che non sia piegato, inchinato all'esercizio delle funzioni politiche di questo governo, perché se qualcuno osa manifestare un dubbio, lo spostano d'ufficio in 24 ore. Non è mai successo». È questo il contesto in cui maturano alcuni dei presunti reati contestati dalla Procura di Palermo a Cuffaro e agli altri indagati. Come i bandi del dipartimento Politiche sociali passati prima della pubblicazione «alla segreteria dell'assessore per farlo avere agli amici dell'assessore e al suo capocorrente. È attività clientelare, fa parte di quel "stiamo tornando", perché prima si faceva così».

Altra riflessione, numeri alla mano è quella sugli appalti. Cracolici denuncia che, grazie al nuovo codice degli appalti varato dal governo Meloni, «l'87 per cento delle gare d'appalto in Sicilia non sono più gare. Ogni stazione appaltante invita chi vuole e decide a chi affidare i lavori. E quando io invito chi voglio - sottolinea - ho maggiori strumenti per chiedere qualcosa in cambio. E spesso scopriamo che il vero fine è il subappalto, magari l'azienda che vince l'appalto è irreprensibile ma poi subappalta il 100 per cento dei lavori ad altri». 

«Questo modello - conclude il presidente dell'Antimafia - ha un consenso profondo in Sicilia. Il male non è solo Cuffaro, ma chi chiedere a Cuffaro di essere Cuffaro. E sono tanti in Sicilia. Hanno vissuto con nostalgia la sua assenza dalla scena politica. Tanti oggi stanno replicando il modello Cuffaro».