×

Amministrazione

Pd, ControCorrente e M5s all’attacco sul Comune di Messina: «Sprechi, confusione e nessuna visione»

Le critiche delle forze di opposizione sulle scelte del sindaco Basile

Manuela Modica

16 Novembre 2025, 10:09

10:27

Pd, ControCorrente e M5s all’attacco sul Comune di Messina: «Sprechi, confusione e nessuna visione»

«Nonostante una narrazione della loro attività amministrativa che rasenta toni epico-mitologici, in verità sono diverse le scelte di Basile che lasciano vuoti inspiegabili e perseguono politiche di difficile prospettiva per la città», così esordisce Alessandro Russo, consigliere comunale per il Pd.

Russo fa un elenco di punti critici, iniziando dal «sistema di finanziamento con fondi extra bilancio di importanti settori: pensiamo ai servizi sociali. Vivono con canali di finanziamento di bilancio ma anche di tantissimi soldi che arrivano dalla Ue o dallo Stato. Queste risorse attivano percorsi di servizi ulteriori a quelli essenziali che immettono nel mondo del lavoro tantissime persone a tempo determinato, grazie al denaro dei fondi extra bilancio.
Lo stesso accade anche per Messina Servizi, che riesce ad assumere - sebbene a tempo - unità di lavoratori che sostengono le attività di igiene cittadina. Èbbene, solo restando a questi due settori, cosa accadrà nel momento in cui i fondi extra bilancio termineranno?».

Riguardo agli impianti sportivi, invece, il dem è tranchant: «Che ne è stato della gestione degli impianti sportivi da affidare a soggetti esterni che potessero potenziarli, renderli efficienti e remunerativi per le casse comunali? Il quadro attuale è disperato. Impianti non aperti, altri sottoutilizzati perché affidati impropriamente alle aziende speciali del Comune, altri ancora in attesa di riaperture dopo lavori infiniti. Un quadro di vero e proprio fallimento: urge un cambio di passo».

E continua: «Sulla politica territoriale e urbanistica, poi, Basile sconta una ondivaghezza quasi proverbiale. In perenne attesa di un ponte che ancora è ben lontano all’orizzonte, continua a preferire legare il destino di questo territorio a questa immensa e inutile opera, preoccupandosi ben poco dei destini dei messinesi, in termini di vivibilità, di pericoli da subire, di impatti e di disagi. Dal sindaco di Messina ci si aspetta che vada a Roma a battere i pugni sul tavolo per difendere i messinesi, senza farsi calare sulla testa un’opera così devastante».

Non meno critico il M5S: «Il Comune ha avuto a disposizione ingenti finanziamenti – soprattutto grazie al Pnrr – che avrebbero dovuto rappresentare un’occasione irripetibile per rilanciare la città. E, invece, abbiamo assistito a sprechi milionari, opere portate avanti senza una visione chiara e complessiva, cantieri che vanno a rilento e investimenti mal programmati, come ad esempio i parcheggi di interscambio che non vengono utilizzati», così interviene Antonio De Luca, messinese, capogruppo del M5S all’Ars.

E continua: «Risorse che avrebbero potuto rigenerare il centro cittadino e le periferie, rilanciando il tessuto commerciale e produttivo ormai segnato da troppe saracinesche abbassate. Nonostante la continuità con la precedente amministrazione, nulla ancora è stato fatto per dare una vocazione alla città, capace di arginare la crescente fuga di giovani in cerca di lavoro e di un futuro stabile».

E non poteva mancare l’argomento della grande opera: «A questo si aggiunge la grande confusione sul tema del Ponte sullo Stretto - aggiunge De Luca -, la grande infrastruttura che avrà un impatto decisivo sul futuro della nostra città. L’amministrazione ha assunto una posizione mai chiara, cambiando orientamento in base alla convenienza politica del momento».

Di «sistema clientelare» parla, invece, Maurizio Rella, ex consigliere comunale con Renato Accorinti, adesso passato tra le file di Contro Corrente, il movimento politico di Ismaele La Vardera: «Non c’è alcuna trasparenza nella gestione delle partecipate, occasione per bypassare i termini legali per le assunzioni. E anche in ordine alla progettualità, stanno facendo degli errori clamorosi. Sullo spopolamento e la fuga dei cervelli, invece, non c’è nessun tipo di programmazione. Entro dicembre chiuderanno numerosi supermercati in città con la perdita di 170 posti di lavoro oltre l’indotto. Non c’è un progetto, una visione per mettere un freno allo svuotamento della città».