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La nomina di Iacolino riapre il caso La Rocca: incompatibilità, tensioni e accuse di danno d'immagine

Nomina in Sanità nel mirino: c'è un decreto del 2018 e nel 2022 ci fu l'avvicendamento

Redazione La Sicilia

05 Ottobre 2025, 18:38

La nomina di Iacolino riapre il caso La Rocca: incompatibilità, tensioni e accuse di danno d'immagine

Un decreto del 2018 della Presidenza della Regione, firmato dall’allora governatore Nello Musumeci e dall’ex assessore alla Sanità Ruggero Razza, formalizzò l’incompatibilità dell’ingegnere Mario La Rocca, allora a capo del Dipartimento di pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità. Nel provvedimento si dispose la sua sostituzione con la dottoressa Maria Letizia Diliberti «per l’adozione degli atti relativi ai procedimenti per cui sussiste il conflitto stesso», sulla base dell’«accertata sussistenza di conflitto di interessi».

La vicenda è tornata al centro del dibattito dopo la decisione del governo Schifani di nominare Salvatore Iacolino alla guida del dipartimento più rilevante dell’assessorato. Una scelta che ha irritato Fratelli d’Italia (FdI): tre dei quattro assessori del partito guidato da Giorgia Meloni hanno disertato la riunione di giunta che aveva all’ordine del giorno diverse delibere, tra cui le nomine in Sanità. FdI, che ha poi ribadito per iscritto il proprio no, era contraria alla riconferma di Iacolino e indicava come alternativa proprio Mario La Rocca, oggi direttore del dipartimento ai Beni culturali.

La situazione di incompatibilità, legata al fatto che alcuni congiunti di La Rocca avrebbero attività nel settore sanitario, fu alla base anche di un atto del 2022, firmato da Razza, che prevedeva l’avvicendamento del dirigente nella sottoscrizione dei provvedimenti sui budget — oltre 100 milioni di euro — destinati ai laboratori di analisi. In quel frangente La Rocca fu rimpiazzato dal dirigente Fulvio Bellomo.

Sulle tensioni in giunta è intervenuto lo stesso La Rocca, precisando che si tratta di circostanze note da anni che «non mi hanno impedito di svolgere con onore ed apprezzamento dei più sia l’incarico di direttore generale del Policlinico di Palermo sia di dirigente generale del Dps». «In tale veste per le medesime circostanze sono stato sottoposto a indagini dell’autorità giudiziaria che ha ritenuto che non sussistesse un conflitto di interessi potenzialmente rilevante, poiché la giurisprudenza della Cassazione afferma che l’obbligo di astensione non opera per provvedimenti di carattere generale, proprio quelli di competenza del direttore del Dipartimento di pianificazione strategica».

«Spiace constatare che un deficit istruttorio, privo di contraddittorio, abbia portato a un deliberato immotivato, esponendomi a un pubblico discredito che una onorata carriera ultra trentennale non meritava».

Un decreto del 2018 della Presidenza della Regione, firmato dall’allora governatore Nello Musumeci e dall’ex assessore alla Sanità Ruggero Razza, ha formalizzato l’incompatibilità dell’ingegnere Mario La Rocca, allora capo del Dipartimento di pianificazione strategica dell’assessorato alla Sanità.

Nel provvedimento si disponeva la sua sostituzione con la dottoressa Maria Letizia Diliberti “per l’adozione degli atti relativi ai procedimenti per cui sussiste il conflitto stesso”, sulla base dell’accertata sussistenza di conflitto di interessi. La circostanza era legata al fatto che alcuni congiunti di La Rocca avrebbero attività nel settore sanitario, profilo che già allora indusse la Regione a prevedere puntuali misure di astensione.

La questione è riemersa dopo la decisione del governo Schifani di nominare Salvatore Iacolino alla guida del dipartimento più rilevante dell’assessorato. La scelta ha irritato Fratelli d’Italia: tre dei quattro assessori del partito di Giorgia Meloni hanno disertato la riunione di giunta che aveva all’ordine del giorno diverse delibere, tra cui nomine in Sanità. FdI, che ha poi ribadito il proprio no in un documento, si è opposta alla riconferma di Iacolino indicando come alternativa proprio Mario La Rocca, oggi direttore del dipartimento ai Beni culturali.

L’incompatibilità era stata alla base anche di un successivo atto del 2022, firmato da Razza, che prevedeva l’avvicendamento del dirigente nella sottoscrizione dei provvedimenti sui budget destinati ai laboratori di analisi, oltre 100 milioni di euro. In quel frangente La Rocca fu rimpiazzato dal dirigente Fulvio Bellomo, a garanzia del principio di terzietà in una partita economicamente sensibile.

Sulle tensioni in giunta è intervenuto lo stesso La Rocca, precisando che si tratta di circostanze note da anni che “non mi hanno impedito di svolgere con onore ed apprezzamento dei più sia l’incarico di direttore generale del Policlinico di Palermo sia di dirigente generale del Dps”. “In tale veste, per le medesime circostanze oggetto di addebito, sono stato sottoposto a indagini dell’autorità giudiziaria che ha ritenuto che non sussisteva un conflitto di interessi potenzialmente rilevante, in quanto la giurisprudenza della Cassazione sostiene che l’obbligo di astensione non sussiste in caso di adozione di provvedimenti di carattere generale, che sono proprio quelli di competenza del dirigente generale del Dipartimento di pianificazione strategica.”

La Rocca aggiunge: “Spiace constatare che il deficit istruttorio, privo di un dovuto contraddittorio, abbia indotto all’adozione di un deliberato senza le necessarie motivazioni e mi abbia esposto a un pubblico discredito che una onorata carriera ultra trentennale non meritava”.

La vicenda, incrocio di norme sull’anticorruzione, potenziali conflitti e scelte politiche, continua così a dividere la maggioranza regionale tra l’asse di governo e il partito di Meloni, mentre sullo sfondo resta il nodo della guida del dipartimento strategico della Sanità.