Piazza Armerina
Dal Comitato Pro Chiello nuova denuncia contro la carenza di personale in ospedale: "Domenica scorsa al Pronto soccorso c'era un solo medico per tutti i codici, il reparto era pieno"
I sanitari sarebbero spesso costretti a sostenere doppi turni e uno dei punti maggiormente contestati riguarda il ricorso ai cosiddetti medici “a gettone”: «Li pagano 80 euro all’ora ma non hanno la possibilità di firmare un documento di dimissione"
Rosa Rovetto, presidente del Comitato Pro Chiello di Piazza Armerina
L’ospedale «Chiello» continua a trovarsi al centro della discussione pubblica, per le criticità registrate in questi giorni con il Pronto soccorso particolarmente sovraffollato. A tale proposito interviene il Comitato Pro Chiello con la presidente Rosa Rovetto che denuncia: «Domenica scorsa il Pronto soccorso era pieno. Un solo medico per tutti i codici, dal rosso al bianco. È una situazione che non può più essere tollerata». Il personale sanitario sarebbe spesso costretto a sostenere doppi turni per garantire l’assistenza minima ai cittadini. Uno dei punti maggiormente contestati riguarda il ricorso ai cosiddetti medici “a gettone”. Rovetto sottolinea: «Pagano medici 80 euro all’ora, li mandano a gettone, ma poi non hanno neppure la possibilità di firmare un documento di dimissione. Si buttano soldi al vento invece di assumere medici in modo stabile». Per il comitato, l’alternativa sarebbe investire in contratti a tempo indeterminato che garantiscano continuità e qualità dei servizi.
Le carenze segnalate dal comitato interessano diversi reparti: «In Ortopedia, c’è un solo un medico, mentre all’Umberto I di Enna ce ne sono parecchi. Perché non trasferirne due e mandarli qui, dove ce n’è davvero bisogno?». La carenza di personale riguarderebbe anche la radiologia, dove «mancano due tecnici: uno ha la 104, uno è stato trasferito».
Rovetto rivolge comunque parole di apprezzamento al personale sanitario del Chiello: «Medici, infermieri, paramedici, radiologi: sono bravi, lavorano in condizioni disumane e da soli. I cittadini devono capirli, fanno il possibile» e conclude: «Se non otterremo risposte, ci rivolgeremo alla magistratura, anche a Roma».