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l'inchiesta

Minacce e informazioni false per far vendere la Lazio a Lotito, cinque indagati a Roma

I pm della Capitale hanno ordinato perquisizioni a casa di cinque persone. A cui si contestano i reati di tentata estorsione e manipolazione del mercato ai danni del presidente della Lazio

Redazione La Sicilia

05 Dicembre 2025, 15:48

17:14

claudio lotito

Perquisizioni sono state eseguite nei confronti di cinque indagati per tentata estorsione e manipolazione del mercato ai danni del presidente della Lazio, Claudio Lotito.

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma, secondo quanto apprende l'agenzia Adnkronos, hanno sequestrato vari dispositivi — tablet, computer e telefoni — nelle abitazioni e negli uffici degli indagati. Le operazioni sono state disposte dai pm della Capitale, che hanno avviato l’inchiesta a seguito delle denunce presentate da Lotito.

Ai cinque è contestato, in concorso, di aver posto in essere reiterate minacce — veicolate tramite social, email e telefonate anonime al presidente del club — per costringerlo a cedere il capitale della società. Quanto all’ipotesi di manipolazione del mercato, gli indagati, insieme a terzi al momento non identificati, avrebbero diffuso sui social e attraverso una testata online notizie false circa un’imminente cessione del pacchetto di controllo da parte di Lotito, lo stato di quasi dissesto della società e l’intenzione, anch’essa non veritiera, di far retrocedere la Lazio.

Tali informazioni sarebbero state propagate con l’obiettivo di alterare il valore dei titoli della società, quotata in Borsa. Il materiale sequestrato sarà ora analizzato per accertare l’eventuale presenza di una “regia”. Uno degli indagati avrebbe inoltre commissionato lo striscione “Lotito libera la Lazio”, trainato da un aereo che, la scorsa estate, ha sorvolato il centro sportivo di Formello.

“Vendi la Lazio”. La stessa frase, ripetuta come un metronomo della paura, per settimane. Sullo sfondo la Borsa che si muove a scatti tra rumors e smentite, e una città dove la linea che separa la tifoseria organizzata dalle reti criminali resta, a tratti, sottilissima. È dentro questo quadro che oggi gli investigatori hanno effettuato cinque perquisizioni nei confronti di altrettante persone, ipotizzando i reati di tentata estorsione e manipolazione del mercato.

La presunta persona offesa è Claudio Lotito, presidente della S.S. Lazio e senatore. Sequestrati cellulari, tablet e computer: l’obiettivo è mappare contatti, catene di messaggi, eventuali regie. Una trama che, secondo gli inquirenti, potrebbe aver provato a condizionare le scelte del club e il comportamento del titolo in Borsa, costruendo un clima di pressione per spingere il proprietario a vendere.

Le ipotesi di reato

La tentata estorsione si manifesterebbe nelle minacce e nelle molestie reiterate con un obiettivo preciso: costringere Lotito a compiere un atto contrario alla propria volontà, ovvero considerare la cessione del club.

La manipolazione del mercato riguarderebbe la possibile costruzione e diffusione di notizie false o fuorvianti su social e testate online, idonee a incidere sul comportamento del titolo S.S. Lazio quotato a Piazza Affari. Non è un’ipotesi nuova: già il 15 luglio 2025 la S.S. Lazio aveva diffuso un comunicato ufficiale per bollare come “aggiotaggio informativo” le voci su presunte trattative di cessione, annunciando segnalazioni a Consob e Procura.

La scia dei mesi scorsi: denunce, smentite e allarmi

Tra estate e autunno 2025, il club ha ripetutamente smentito la presenza di qualunque tavolo di vendita, parlando di ricostruzioni “totalmente false” e “destabilizzanti”. Un filo rosso che oggi torna d’attualità, alla luce dell’ipotesi di aggiotaggio legata al flusso di voci. Il 3 novembre 2025 emergono sulla stampa le prime ricostruzioni di un presunto piano coordinato di stalking e minacce ai danni di Lotito, con l’attenzione degli inquirenti rivolta ad alcuni esponenti della Curva Nord. Episodi di intimidazione e diffusione di video non autorizzati avevano già spinto, in primavera, la Lazio a denunciare un tentativo di destabilizzazione “coordinato”. 

Un precedente che pesa: quando “Diabolik” e gli Irriducibili finirono in tribunale

La storia dice che non sarebbe la prima volta. Nel 2006 una campagna di pressioni mirava a spingere Lotito a mollare la presa sulla Lazio. Quella vicenda si chiuse anni dopo, il 29 gennaio 2015, con sette condanne per tentata estorsione legata al progetto di “scalata” al club: tra i condannati Fabrizio Piscitelli, alias “Diabolik”, storico capo degli Irriducibili. Le motivazioni ricostruirono un clima ostile alimentato a colpi di striscioni, cori e pressioni per costringere il presidente alla vendita. Il progetto non riuscì, ma segnò una ferita profonda nei rapporti tra la società e una parte della tifoseria organizzata

Lotito e la linea dura: niente concessioni e “Lazio non in vendita”

Da anni Claudio Lotito rivendica una gestione impermeabile alle pressioni: “La Lazio non è in vendita”, ha ribadito più volte negli ultimi mesi, stoppando ogni suggestione su fondi stranieri o cordate. Il presidente ha anche snocciolato numeri sulla solidità patrimoniale del club e si è detto pronto a tutelare l’immagine della società in ogni sede. 

Nel frattempo, sul piano sportivo, ha denunciato i danni subiti dal blocco di mercato legato ai parametri di liquidità, rimarcando la solidità della S.S. Lazio e un patrimonio immobiliare e di rosa consistente. Una narrazione che, letta accanto all’ipotesi odierna di aggiotaggio informativo, spiega perché per il club il tema delle false notizie non è un dettaglio: è governance, è mercato, è reputazione