Il caso
Papà bloccato in Iran con la figlia: «Madre è irreperibile, la minore va tutelata»
L'avvocato del padre siciliano ha scritto una lettera al Console italiano chiedendo l'immediata emissione del documento di viaggio per la bambina.
Andrea Papale di Caltagirone
Il siciliano Andrea Papale è ancora bloccato in Iran con la figlia di 4 anni. Da Caltagirone, in Sicilia, l'avvocato Vincenzo Randazzo sta provando a pressare per far ottenere un documento provvisorio di viaggio per poter permettere ai due di poter ripartire per l'Italia. Considerando che stanno vivendo in condizioni non molto sicure per una serie di motivi. La madre è partita alla volta di Londra, nella casa dove viveva la coppia fino a due anni fa prima della separazione. Il padre, però, non ha in mano i documenti della piccola che sono trattenuti - a suo dire - dalla famiglia dell'ex moglie.
Ieri il siciliano è andato in Ambasciata a Teheran. Ma la situazione non si sblocca. L’avvocato Randazzo, legale di Andrea Papale, ha inviato una missiva al Console chiedendo «l’immediata emissione di un documento di viaggio provvisorio per la minore» e denuncia «una situazione ormai di rilevanza nazionale» che «rischia concretamente di degenerare in un caso di cronaca nera». «Mi corre l’obbligo di rappresentare con la massima chiarezza e fermezza che la madre è irreperibile, il padre può provvedere al sostentamento della figlia solo tramite contante trasmesso da terzi e i documenti della bambina sono trattenuti da chi ne impedisce il rientro», afferma Randazzo. Sul mancato rilascio del documento provvisorio di viaggio, il legale riferisce che la rappresentanza diplomatica «ha più volte provato a mettersi in contatto con la madre, senza ottenere risposta». Il legale chiede «per quale motivo, nonostante questa situazione già anomala e gravissima, non sia stato rilasciato immediatamente un documento provvisorio di viaggio alla minore?». Randazzo sostiene inoltre che «i documenti della piccola sono materialmente sequestrati e trattenuti dalla famiglia materna: una circostanza che configura di per sé una situazione di pericolo e impedisce l’esercizio della potestà genitoriale del padre». Da qui una seconda domanda al Consolato: «Per quale ragione, pur essendone pienamente consapevole, non si è proceduto al rilascio del documento sostitutivo?».
Nel mirino anche l’ipotesi di attendere sviluppi a ridosso di una data già indicata: «È evidente che si stia scivolando verso una attesa passiva del 4 dicembre, nella speranza che la madre si presenti. Tale impostazione è pericolosa, infondata e assolutamente incompatibile con la tutela di una minore italiana all’estero». Per il legale, l’urgenza è non più discutibile: «Il mio assistito non dispone di denaro, non ha accesso ad alcuno strumento bancario, si trova in un Paese dove la permanenza da solo con la bambina diventa oggettivamente insostenibile, e l’isolamento informativo e familiare rischia di tradursi in serie conseguenze per l’incolumità della minore». Quanto agli atti già disponibili, Randazzo precisa che «la sentenza temporanea iraniana di circa due anni fa, con affido materno e diritto di visita paterno, non ostacola l’emissione del documento provvisorio» poiché «non vi è alcun divieto di espatrio per padre o minore; la madre è irreperibile; i documenti della bambina risultano trattenuti in modo anomalo e ostativo; la tutela primaria è quella dell’incolumità della minore, come previsto dal diritto internazionale e dalle convenzioni sulla protezione del fanciullo». E aggiunge: «I documenti relativi alla sentenza e alle iniziative legali sono stati trasmessi agli avvocati iraniani e saranno condivisi nell’incontro del 26, ma nulla giustifica un ritardo nell’emissione del documento di viaggio, unico strumento idoneo a rimuovere un rischio attuale e concreto».
«Chiediamo l’immediata emissione di un documento di viaggio provvisorio per la minore Flora Papale e la formalizzazione scritta delle ragioni per cui il Consolato, ad oggi, non ha ancora proceduto, nonostante la irreperibilità della madre, il trattenimento illecito dei documenti, l’impossibilità materiale del padre di rimanere nel Paese, la rilevanza nazionale del caso e il rischio concreto per la minore. In mancanza di riscontro tempestivo e operativo, sarò costretto, nell’interesse esclusivo della bambina, a procedere nelle sedi competenti – istituzionali e mediatiche – per tutelare un diritto fondamentale che, ad oggi, appare colpevolmente sospeso», conclude l'avvocato. E ribadisce: «La situazione è manifestamente fuori controllo e impone un intervento immediato e non più procrastinabile».