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Il caso

Fascismo e leggi razziali, Vannacci schiva le polemiche e rilancia: «Il prossimo libro sarà "la storia al contrario"»

Nei giorni scorsi le affermazioni sui social che hanno scatenato le polemiche. Salvini: «Fascismo sconfitto dalla storia». Tajani: «Vannacci non è un mio collega»

Leandro Perrotta

10 Novembre 2025, 16:56

Fascismo e leggi razziali, Vannacci schiva le polemiche e rilancia: «Il prossimo libro sarà "la storia al contrario"»

«La Marcia su Roma non fu un colpo di stato ma “poco più di una manifestazione di piazza”. Il Regio Esercito, agli ordini del re, aveva tutte le possibilità di fermare la marcia su Roma ma Vittorio Emanuele III si rifiutò di firmare lo stato di assedio e il 29 ottobre convocò Mussolini a Roma (che giunse comodamente in treno da Milano) incaricandolo di formare un governo di coalizione». E poi continua: «Tutte le principali leggi — dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 — furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge».

A scriverlo pochi giorni fa Roberto Vannacci, deputato europeo della Lega. E da quando su Facebook ha inserito questo post l’ex generale è al centro delle polemiche. Critiche dall’opposizione, dalla società civile, dalla comunità ebraica. E anche dalla sua maggioranza. Persino Matteo Salvini, vicepremier e l’uomo che lo ha di fatto “inserito” all’interno della Lega dopo il successo del libro di Vannaci “Il mondo al contrario” autopubblicato su Amazon, sembra prendere le distanze.

L'immagine usata da Vannacci per il suo post sul fascismo

«Io storia l’ho studiata all’università però il fascismo è stato archiviato e sconfitto dalla storia, quindi il dibattito storiografico lo lascio agli storici. Onestamente, con tutto l’amore per il mio passato, penso al futuro», ha detto Salvini, rispondendo alla domanda di un giornalista a Bari, a proposito dell’ultima polemica generata dall’ex generale ed attuale europarlamentare Roberto Vannacci.

Parole non dissimili da quelle del ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Vannacci non è un mio collega, è un parlamentare europeo, io non lo sono più», ha detto l'altro vicepremier a Bari ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle esternazioni «del suo collega».

A entrare nel merito è invece un altro leghista, Luca Zaia: «Il post? non l'ho visto», ha detto, poi aggiunge: «Non c'è alcun revisionismo storico da fare: le leggi razziali sono state il periodo più buio della storia italiana. E noi e la Germania di Hitler siamo stati gli artifici di questa schifosissima pagina di storia», ha commentato dopo che questa mattina su Radio 24 aveva invece commentato «Vannacci per me è uno dei tanti che ha la tessera, ha uno statuto in mano e sa che funziona così, le regole sono chiare per tutti come lo sono per me lo sono anche per lui».

Intanto il diretto interessato non sembra voler fare passi indietro: «Sono verità a volte scomode. Io non ho fatto altro che riportare una cronologia riscontrabile in qualsiasi documento, riportando tra l’altro le fonti dello storico che le aveva asserite. . Che annuncia infine: «Se continuano con queste polemiche il prossimo libro sarà "la storia al contrario"».