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La ricerca

Scoperto un pianeta orfano in rapida crescita: Cha 1107-7626 guadagna sei miliardi di tonnellate al secondo

Cresce a ritmo record ed è stato osservato con il Vlt, «very large telescope», che si trova in Cile. Lo studio evidenzia come la scienza contribuisca a rendere quasi «indistinguibile il confine tra pianeti e stelle»

Redazione Catania

02 Ottobre 2025, 17:59

02 Ottobre 2025, 17:58

Scoperto un pianeta orfano in rapida crescita: Cha 1107-7626 guadagna sei miliardi di tonnellate al secondo

Scoperto un pianeta orfano, un corpo celeste che vaga nello spazio senza orbitare attorno a una stella, e che sta crescendo a una velocità record di circa sei miliardi di tonnellate al secondo. L’osservazione di questo oggetto anomalo e vorace è descritta su The Astrophysical Journal Letters ed è stata coordinata da Víctor Almendros-Abad, dell’Osservatorio Astronomico di Palermo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), grazie ai dati raccolti dal Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe, in Cile.

«Si potrebbe pensare ai pianeti come a mondi tranquilli e stabili, ma con questa scoperta vediamo che gli oggetti di massa planetaria che fluttuano liberamente nello spazio possono essere entusiasmanti», ha affermato Almendros-Abad. Il corpo celeste, identificato con la sigla Cha 1107-7626, ha una massa compresa tra cinque e dieci volte quella di Giove e si trova a circa 620 anni luce dalla Terra.

I pianeti privi di una stella attorno a cui ruotare non emettono luce propria, risultando quindi difficili da individuare e, di conseguenza, ancora poco conosciuti. Secondo alcune ipotesi, si tratterebbe di pianeti espulsi dal sistema in cui si sono formati; per altri, sarebbero invece una sorta di stella mai nata, un nucleo che non ha raggiunto le dimensioni necessarie ad avviare la fusione nucleare. Osservando ripetutamente l’oggetto a poche settimane di distanza con la potente strumentazione del VLT, il team è riuscito a documentare una crescita rapidissima, pari a sei miliardi di tonnellate al secondo.

Le misurazioni hanno rivelato aspetti finora ignoti dei processi di accrescimento di questi enigmatici corpi: a guidarne l’evoluzione sarebbe il campo magnetico, un meccanismo accompagnato da emissioni energetiche e potenzialmente in grado di modificare anche la composizione chimica dell’oggetto. Per Belinda Damian, dell’Università di St Andrews nel Regno Unito e coautrice dello studio, questa scoperta «spinge a rendere indistinguibile il confine tra pianeti e stelle e ci offre una visione inedita riguardo alla formazione dei pianeti vagabondi».