Cronaca
Violenza sessuale a una giovane tunisina, a Ragusa processo nel vivo
Alla sbarra un ragazzo albanese di 28 anni con disturbo psichiatrico

Il caso continua a fare discutere
Davanti al Tribunale di Ragusa, presieduto dal giudice Francesco Paolo Pitarresi e composto altresì dai magistrati Elio Manenti e Maria Rabini, continua il processo a carico del cittadino albanese di 28 anni, difeso di fiducia dall'avvocato Michele Savarese, accusato di violenza sessuale nei confronti di una giovane tunisina.
Scarcerato lo scorso mese di luglio, l'imputato è stato presente in aula, insieme al fratello ed all’interprete. Sono stati sentiti i carabinieri che hanno eseguito la perquisizione e il fratello della persona offesa. Quest'ultimo incalzato dalle domande dell'avvocato Savarese, ha più volte dichiarato di non ricordare alcune circostanze e soprattutto ha negato che quando si è messo alla ricerca del presunto aggressore della sorella insieme ad un amico, avrebbe chiesto spiegazioni all'imputato circa il suo coinvolgimento spintonandolo. Il difensore ha prodotto al Tribunale le dichiarazioni rese dal testimone nell'immediatezza dei fatti in cui invece lo stesso affermava che avendo il sospetto che l'albanese fosse l'autore della presunta violenza sessuale, insieme ad un amico lo avevano prima fotografato, poi pedinato ed infine aggredito verbalmente e con spintoni. Secondo la difesa questo documento smentisce le dichiarazioni del teste e dimostra che quando l'imputato fu portato in caserma, il motivo per cui guardò minacciosamente la presunta vittima ed il fratello, sarebbe da collegare proprio all' aggressione nei suoi confronti e non alla violenza sessuale di cui si è sempre dichiarato estraneo.
Del resto si tratta di un soggetto con un disturbo psichiatrico ma non pericoloso come è risultato dalla perizia effettuata dal dottor Giuseppe Asaro disposta dal Tribunale su richiesta della difesa. La difesa fa notare che sui fatti per cui si procede, avvenuti in pieno giorno davanti all’ingresso della Villa Margherita di Ragusa, non c’è nessun testimone, se non la presunta offesa. La quale ha dichiarato di essere stata salvata da una donna di trent'anni della quale non si è trovata alcuna traccia. Il processo continuerà il 27 ottobre quando verranno sentiti l’ultimo testimone dell’accusa, l'imputato e i testi citati dalla difesa.