Attualità
Calci e pugni in centro storico, si cerca di stemperare la tensione
Due operazioni delle forze dell'ordine negli ultimi giorni per garantire risposte ai residenti e ai cittadini in genere

L'incontro tra il sindaco e una delegazione di residenti del centro storico
Dopo l'incontro dei residenti del centro storico di Ragusa con il sindaco Peppe Cassì, arrivato in seguito al pestaggio di via Roma e per la presenza di vere e proprie case dello spaccio con pusher stranieri che vendono droga ai ragazzi, sono arrivate le risposte dello Stato. Dopo le tre ordinanze di custodia cautelare eseguite dai carabinieri per quelli che la Procura ritiene gli autori a vario titolo dell'aggressione di un quarantenne vittoriese avvenuta il 2 settembre, infatti, è stato scoperto un vero market della droga gestito da un ventottenne tunisino arrestato dai carabinieri di Ragusa. Così come avvenuto nel primo caso l'operato dei militari dell'Arma ha ottenuto i riscontri della Magistratura.
L'arresto eseguito dal Nucleo operativo della Compagnia di Ragusa per detenzione illecita ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, infatti, è stato convalidato dal gip del Tribunale di Ragusa, Eleonora Schininà, come richiesto dal pm Santo Fornasier. L'avvocato difensore Fabrizio Cavallo ha già preannunciato ricorso davanti al Tribunale del Riesame di Catania. Secondo l'accusa il nordafricano aveva adibito una stanza della propria abitazione a deposito della droga. Gli acquirenti avevano una vasta scelta di droghe leggere e pesanti. I militari dell'Arma hanno sequestrato 1 chilo e 900 grammi di hashish, ma anche 17 grammi di cocaina e 23 grammi di crack.
Per quanto riguarda l'aggressione, il tip del Tribunale di Ragusa, Gaetano Dimartino, ha respinto tutte le richieste della difesa (visto anche il parere contrario del pm Gaetano Scollo), avanzate dall'avvocato Michele Savarese che adesso difende tutti e tre gli indagati. Già pronto il ricorso al Tribunale del Riesame di Catania per chiedere la revoca delle misure o quantomeno l'attenuazione. Per questi fatti in manette è finito un tunisino di 27 anni. Agli arresti domiciliari è stato ristretto un tunisino di 34 anni mentre ad una donna, ragusana di 36 anni, moglie del nordafricano finito in cella, è stato imposto dal Gip del Tribunale l'obbligo di dimora in città con il divieto di uscire di casa nelle ore serali. La Procura di Ragusa contesta agli indagati il reato di lesioni aggravate per futili motivi di vendetta. Il ferito avrebbe insultato la donna prendendo a calci il portone d'ingresso della sua casa. Il vittoriese ha riportato fratture alle ossa nasali, trauma cranico e contusioni varie, giudicate guaribili in oltre 40 giorni. È stato colpito con calci e pugni ma anche con un colpo di bottiglia di vetro alla testa. La donna è accusata di essere concorrente morale ed istigatrice.
Nel corso dell'interrogatorio i due tunisini hanno provato a sminuire la gravità dei fatti, ma la loro versione non ha convinto. Il primo ha detto di avere incontrato per caso il vittoriese, il secondo di essere intervenuto per dividere i due, versioni per l'accusa smentite dalle telecamere. Subito dopo i fatti sul posto sono arrivati i parenti dell'aggredito ed un gruppo di 15 tunisini che hanno colpito con schiaffi e pugni il nipote del vittoriese. L'aggressione è avvenuta mentre transitavano persone che avevano finito di assistere alla rappresentazione del martirio di San Giovanni Battista in cattedrale.