All’Olimpico di Roma un “Posto occupato” contro la violenza sulle donne
L’iniziativa nata a Rometta nel 2013 arriverà domenica allo Stadio in occasione della partita Lazio-Lecce. L’ideatrice Maria Andaloro: «Mi ha contattato la presidente della Fondazione Lazio Mezzaroma che mi ha veramente colpita con la sua grande sensibilità»
L’obiettivo è non arrivare mai più il giorno dopo. L’obiettivo è non organizzare più fiaccolate. L’obiettivo è dare voce, presenza, sostanza e solidità a tutte le donne che sono state cancellate per mano di un uomo violento. Un «Posto occupato» è nato nel 2013 a Rometta, una cittadina del Messinese, per volontà di Maria Andaloro. «Quel posto vuoto vuole simboleggiare chi avrebbe potuto occuparlo e non può più», dice Maria mentre corre da una parte e l’altra della penisola mentre si avvicina il 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. «È necessario incidere sulla responsabilità sociale - aggiunge Andaloro - oltre che sul cambiamento culturale. Se una donna ha paura e non denuncia allora vuol dire che le Istituzioni hanno fallito perché non sono riuscite a creare una rete di sostegno alle vittime».
La violenza si manifesta in molte forme. Il femminicidio è quella più brutale e irreversibile. Anche se il danno emotivo resta. È una cicatrice indelebile. C’è un prima e un dopo. Le donne che hanno «subito violenza hanno una disabilità invisibile» che le ha segnate nel profondo. «Non saranno più come prima. E non saranno più quello che potevano essere. Per questo bisogna fermare, anzi eliminare, qualsiasi forma di violenza. Partendo anche dal linguaggio».
Senza sottovalutare il «vittimismo secondario». Un turbine, che dopo le lacrime della tragedia e del lutto, annega il ricordo della vittima con le accuse di stereotipi patriarcali. Stereotipi che non si riesce a sradicare. E resistono.
«Posto occupato» vuole tenere alta l’attenzione sul fenomeno 365 giorni l’anno. Una memoria stabile e cocente.
Quando il progetto «Posto occupato» è nato nessuno poteva pensare che avrebbe avuto un così grande richiamo. Una diffusione così immediata. Dal passaparola, al tam tam virale, alle campagne ufficiali. Un «posto occupato» è presente in consigli comunali, nei comuni, nei tribunali, nei cinema, nei teatri. Della Sicilia e di molte città italiane. E anche negli stadi. Dal Barbera di Palermo al Massimino di Catania.
Domenica un «Posto Occupato» sbarca all’Olimpico di Roma in occasione della partita Lazio - Lecce. «È nato tutto in modo naturale - racconta Maria Andaloro - sono stata contattata da Cristina Mezzaroma, una donna che mi ha davvero colpito». Mezzaroma, presidente della Fondazione S.S. Lazio 1900 ETS (e moglie del presidente della Lazio Claudio Lotito), è stata la fonte d’ispirazione per questa iniziativa che porterà un «Posto occupato» nella tribuna dell’Olimpico di Roma. «Lo sport è uno strumento di divulgazione davvero potente. E un luogo come l’Olimpico permetterà di fare prevenzione contro questo aberrante fenomeno. Ma - spiega Andaloro - faremo anche un piccolo tour deciso dalla presidente Mezzaroma per poter diffondere il messaggio della campagna». Maria non conosce i dettagli del programma. Sarà una sorpresa anche per lei. «Voglio ringraziare la società calcistica per aver sposato il nostro progetto».
Da qualche giorno, per promuovere l’iniziativa, è stata pubblicata una «pillola video»: un uomo su uno sfondo nero tocca una poltrona vuota per non far sedere nessuno: «No, ci sarebbe dovuta essere mia figlia». E poi la scritta: contro tutte le forme di violenze di genere, 365 giorni l’anno. Un «posto occupato». E, in chiusura, il logo della società bianco celeste.
Domenica il goal da segnare è riuscire a piantare il seme della rivoluzione. Una rivoluzione senza più violenza.