Gela, la difficile unità dei progressisti per creare un'alleanza solida regionale
Un test locale dei progetti paralleli degli on. Di Paola e La Vardera
Ismaele La Vardera scala la classifica dei politici più graditi ai siciliani e i venti del suo progetto di costruzione di un’alternativa progressista al governo Schifani arrivano pure a Gela dove si coagulano i blocchi paralleli di quel fronte che non riesce ancora a trovare unità. Le contraddizioni e le frammentazioni delle forze che si professano alternative a Schifani sono tutte rispecchiate nella politica di una città che ha l’ambizione di esportare un modello locale in campo regionale. L’ambizione è in particolare del coordinatore regionale gelese del M5S Nuccio Di Paola costruire dell’alleanza che ha portato all’elezione nel 2024 del sindaco civico Terenziano Di Stefano. Ma il “modello Gela” è un’alleanza extralarge in cui insieme al Pd e al M5S governano gli uomini di Calenda, di Cateno De Luca e di Lombardo.
In casa Pd c’è chi, come il capogruppo Gaetano Orlando, lancia il dubbio che «il sindaco civico guarda a destra e tenga un piede da una parte ed uno dall’altra». Insomma il “modello Gela” qualche difficoltà comincia ad averlo. L’altro fronte è quello di Ismaele La Vardera. Anche lui come Di Paola è impegnato a costruire l’alternativa progressista a Schifani. I suoi consensi salgono in Sicilia e a Gela sta facendo proseliti. Ha l’approvazione ad esempio di Europa Verde che di recente si è strutturata nel territorio con la guida di Angelo Amato. Il gruppo nisseno, sulla scia della posizione assunta dai vertici nazionali, guarda con favore al progetto di La Vardera. Che a Gela ha costruito una roccaforte stringendo alleanza con il movimento PeR di Miguel Donegani, ex Dem, progressista ma non alleato con Di Stefano e il “modello Gela”.
Se negli ultimi mesi i rapporti tra il sindaco e il leader di PeR sembravano essersi distesi con la comune battaglia alle Provinciali, negli ultimi giorni si sono nuovamente inaspriti. Donegani è tornato a sottolineare i motivi della distanza dal progetto di Di Paola e Di Stefano. «Ma davvero c’è ancora chi pensa di poter stare con due piedi in una scarpa? – ha dichiarato il leader di PeR - Non si può essere alternativi alla destra a livello regionale e, nello stesso tempo, governare con la destra nei Comuni. Gela, così com’è oggi, non è un modello da esportare. Noi siamo all’opposizione, costruttiva ma opposizione. La disponibilità e la responsabilità non durano per sempre. Se il quadro resta ambiguo e guidato solo da convenienze politiche e di partito, la nostra posizione non potrà cambiare La politica non è acrobazia, è coerenza. Almeno per noi». Insomma invece di unirsi queste forze alternative a Schifani si dividono e Gela resta un importante banco di prova di ciò che accade e potrà accadere nella politica regionale. Il test gelese ad oggi vede il progetto del duo La Vardera - Donegani a cui si aggiungono i Verdi distante da quello di Di Paola, soprattutto se la formula del coordinatore siciliano dei Cinquestelle non prende le distanze dal “modello Gela”.