Il furto
Acireale: “banda delle grondaie” in azione a Santa Tecla
Oltre alla parrocchia, presi di mira una pizzeria vicina e due abitazioni. Dalle telecamere si spera di risalire ai responsabili
Ad Acireale è allarme furti di pluviali in rame. Un fenomeno in crescita in tutta la provincia. Tra sabato e la notte scorsa, una banda composta da più uomini e un mezzo per il trasporto, ha depredato i terminali delle grondaie, concentrandosi nel centro storico della borgata marinara di S. Tecla: dalla chiesa, recentemente ristrutturata, alla vicina pizzeria e in due abitazioni private.
Le razzie, tra via Argenta e via Nuova, nel centro del borgo. I ladri, incuranti della presenza delle telecamere di sorveglianza pubbliche e private presenti nella zona, con l’impiego di leve, tronchesi e piedi di porco, hanno asportato i tubi verticali di scarico delle acque meteoriche, facendo registrare un allarmante picco di furti del prezioso metallo, la cui quotazione ha raggiunto gli otto euro al chilogrammo. Nel mercato nero il prezzo non varia di molto, essendo “l’oro rosso” una lega metallica richiesta dai potenziali acquirenti per l’alta riciclabilità. Il prezzo, da inizio dicembre, ha subito un’impennata di quasi il 2% ed è tornato a movimentare la piazza, in seguito alla spinta della transizione energetica, e le bande specializzate in questo tipo di saccheggi, si sono ripresi la scena, “strappando” i terminali da edifici privati, luoghi di culto e attività commerciali, puntando principalmente nei centri storici, in cui la presenza delle grondaie in rame, soprattutto negli edifici di pregio è prevalente, in quanto normata dalla Sovrintendenza ai Beni culturali nel rispetto della storicità dei centri urbani e delle frazioni, non a caso maggiormente esposti a questo tipo scorribande malavitose.
Il rame rubato, finisce in centri di lavorazione compiacenti a 5 euro al chilo, per essere liquefatto e rivenduto a prezzo pieno nei vari ambiti di impiego, essendo un materiale duttile e richiesto in gran quantità nell’impiantistica del fotovoltaico e dell’eolico e, più diffusamente, nell’edilizia.
I costi per ripristinare i sistemi di scolo delle acque piovane mancanti sono rilevanti. Alfio Bua, proprietario di una delle palazzine private depredate, commenta: «Il rame costa e la spesa sostenuta per adeguarsi alle indicazioni della Sovraintendenza ai Beni culturali che ci ha obbligato a mettere le grondaie in rame, è a nostro carico. Per altro non possiamo sostituire il rame con altri metalli o plastica». I furti sono stati denunciati dalle vittime al locale commissariato della polizia di Stato e nelle stazioni dei carabinieri del territorio. Acquisite le immagini dei sistemi di sorveglianza da parte degli investigatori, alla ricerca di indizi utili per risalire all’identità degli autori del furto.
Padre Alfredo D’Anna, parroco della parrocchia di Santa Tecla, nell’omonima frazione, spiega che in passato si sono verificate altre razzie delle grondaie nei locali parrocchiali, operate con analoghe modalità: «Questo è il secondo furto a distanza di pochi anni. I ladri hanno rubato le ultime grondaie in rame presenti nella parte dei locali parrocchiali. La chiesa è stata sottoposta a recenti opere di riqualificazione esterni, con il ripristino del tetto e la sostituzione dei pluviali in rame, nel tempo sottratte dai ladri. Lo scorso fine settimana, nottetempo, sono stati asportati gli ultimi terminali in rame delle grondaie».
Sul fronte delle indagini, gli investigatori avrebbero recuperato dalle analisi dei video alcuni frame, in cui si intravedono i volti, sospettati di essere alcuni dei componenti della banda, responsabile dei furti nell’acese. Nomi noti, coinvolti in scorrerie criminali, specializzati in questo tipo di ruberie. Rafforzati i controlli nei centri di raccolta di materiale ferroso e officine di lavorazione di metalli, dove spesso il rame rubato finisce per essere riciclato e rivenduto.