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L'inchiesta

Il raggiro per l’eredità: «Si fa tipo una procura per gestire questi soldi»

L’indagine continua. Le intercettazioni che incastrano la fioraia e l’avvocata che hanno tentato di mettere le mani su 3 milioni di euro

Laura Distefano

02 Dicembre 2025, 15:35

Il raggiro per l’eredità: «Si fa tipo una procura per gestire questi soldi»

Un direttore di banca attento e scrupoloso ha permesso di smascherare un raggiro su cui stava cascando un’anziana. La truffa sarebbe stata architettata da una fioraia e da un’avvocatA che sono state arrestate dalla polizia qualche giorno fa. La misura è stata disposta dal gip. Ma le indagini non sono concluse, poiché si stanno facendo accertamenti anche sugli altri attori della messinscena che ha portato a isolare la vittima al fine di farle modificare il testamento del valore di 3.000.000 di euro.

Tutto è cominciato a fine luglio. Il direttore di banca si è accorto che i comportamenti della cliente, sempre precisi e periodici, sono mutati. All’improvviso in filiale la donna si è presentata assieme a Rita Catalano e all’avvocatA Venera Cosima Nicita. L’anziana ha fatto un prelievo di 1.000 euro. Da ulteriori controlli, il direttore ha scoperto che altri prelievi della stessa cifra erano stati effettuati in altri istituti. A quel punto ha deciso di bloccare il conto corrente: ogni operazione sarebbe dovuta essere approvata direttamente da lui. Quando poi la correntista ha chiesto di modificare il testamento, che era stato sottoscritto appena un anno prima a favore di un ente benefico, il bancario ha deciso di andare alla polizia. E la procura ha aperto un fascicolo. I pm hanno anche sentito il notaio che ha parlato di anomalie nel comportamento di Catalano, che si è presentata come cugina dell’anziana.

Ma sono le intercettazioni che aprono uno squarcio e, quindi, documentano il piano criminale del duo Catalano-Nicita. Da alcune conversazioni che risalgono ad appena un mese fa è emerso addirittura il fatto che la fioraia avesse fatto fare una visita neurologica all’anziana per «attestare la capacità di intendere e di volere». Ma la professionista trovata dall’avvocata non sarebbe andata «a genio» alla fioraia nonostante avesse già sborsato «200 euro». Il referto del neurologo ha creato l’esigenza di un piano B. E cioè di una procura temporanea. In un primo momento avevano pensato a una procura generale in favore dell’avvocata, che però le avrebbe «attribuito un potere troppo ampio».

«Se ne prepara un altro! Ci si fa tipo una procura temporanea per poter gestire questi soldi e trasportarli da questa banca a un’altra banca», spiegava Catalano. Che in un’altra conversazione “offriva” agli investigatori il modo che le avrebbe permesso di gestire tutti gli averi dell’anziana vittima. L’avvocatA infatti sarebbe stata un soldato operativo ai suoi ordini: «E lei è vincolata solo a questo... però qualunque cosa poi deve gestire... deve fare capo a me! Deve chiedere a me! Non può agire di sua spontanea per quello che deve fare.» Per il gip che ha firmato la misura cautelare, la natura illecita delle condotte è confermata da alcune espressioni usate da una persona che ha suggerito a Catalano «la strategia da adottare, per esporsi a minori rischi, a differenza del modus agendi proposto dall’avvocatA troppo diretto e celere per appropriarsi il prima possibile del patrimonio della donna». «Tu devi fare una cosa che devi dormire tranquilla perché il rischio c’è.» Il consigliere ha suggerito ancora: «Vacci con i piedi di piombo! Se muore, muore. Ma se non muore vive assai, tu devi campare tranquilla.» Il gip ritiene queste parole «dal significato inequivocabile che hanno in sé tutta l’essenza della questione criminale legata alla morte dell’anziana e alla sua eredità che ne deriverà, a cui Catalano aspira e da cui attingerà per ricompensare le altre persone che ha dovuto coinvolgere». Altri attori su cui sono accesi i fari dei pm.