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DOPO LA SENTENZA

Caso Scieri, il sindaco Italia alla famiglia: «Il mio pensiero a voi e a chi ha lottato affinché la tragedia non venisse dimenticata»

A 26 anni da quella notte di agosto 1999, sono diventate definitive le condanne dei tre "nonni", accusati dell'omicidio del giovane siracusano, allievo paracadutista, appena arrivato alla caserma Gamerra di Pisa

Redazione La Sicilia

15 Ottobre 2025, 16:40

Caso Scieri, il sindaco Italia alla famiglia: «Il mio pensiero a voi e a chi ha lottato affinché la tragedia non venisse dimenticata»

Emanuele Scieri

«Ci sono voluti 26 anni ma alla fine giustizia è stata fatta. Con il pronunciamento della Cassazione si chiude la vicenda giudiziaria di Emanuele Scieri, un nostro concittadino, giovane avvocato morto, durante la leva, nella caserma dei paracadutisti a Pisa per un atto di nonnismo dettato da un distorta interpretazione di parole come gerarchia, comando, onore, patria». Lo dice il sindaco di Siracusa Francesco Italia dopo la sentenza con la quale sono state confermate le condanne di secondo grado ai due imputati.

«Il mio pensiero va alla famiglia di Emanuele, al padre che non c'è più e a quanti hanno lottato ogni giorno affinché quella tragedia non fosse dimenticata. Mi riferisco agli amici di Emanuele e a quanti in seno alla commissione parlamentare, presieduta da Sofia Amoddio, raccolsero elementi che consentirono di riaprire un’indagine giunta a un punto morto - aggiunge - Rimane l’amarezza per i tempi lunghi, per una vita che poteva essere salvata se fossero stati chiamati i soccorsi e per l’impunità di cui hanno goduto coloro i quali hanno tentato di impedire che la verità venisse a galla o che hanno agito contro i doveri dello Stato».

È arrivata ieri la conferma definitiva delle condanne già emesse: 22 anni per Alessandro Panella e nove anni e nove mesi per Luigi Zabara accusati di concorso nell’omicidio volontario dell’allievo paracadutista Emanuele Scieri, avvenuto il 13 agosto 1999 a Pisa all’interno della Base Gamerra della Brigata Folgore. La prima sezione della Cassazione ha rigettato i ricorsi degli imputati. 

Secondo la ricostruzione fatta dalla magistratura pisana, e adesso diventata verità giudiziaria, Scieri fu costretto ad arrampicarsi la sera del 13 agosto 1999 su una torre di asciugatura dei paracadute, in una zona isolata della caserma, e da lì precipitò per alcuni metri procurandosi gravi lesioni alla testa in seguito alle percosse subite.

Secondo i magistrati, gli ex caporali, durante la salita sulla scaletta d’acciaio, lo avrebbero colpito ripetutamente alle mani facendogli perdere la presa. Scieri fu poi lasciato agonizzante a terra e il suo corpo fu scoperto solo nella giornata del 16 agosto, ormai privo di vita. Una prima inchiesta della procura pisana si chiuse senza indagati; il successivo lavoro della commissione parlamentare e le nuove indagini disposte dalla procura hanno dato origine a un nuovo procedimento.