il caso
Piano scuole, dubbi e fratture: il Libero Consorzio corre ai ripari con un legale
Il trasferimento contestato del Rizza, gli affitti da dismettere e i rilievi dei consiglieri frenano la corsa al piano. Giansiracusa chiama un avvocato, ma in Consiglio monta lo scontro sulla legittimità del percorso

Il palazzo degli studi
Si potrebbe dire che questa è la prova che la stampa serve, quando sente tutte le campane, pone dubbi e mette in circolo diversi punti di vista; piuttosto che quando fa da megafono unilaterale e senza contraddittorio. Ma si potrebbe pure dire che è “solo” una coincidenza. Fatto sta che dopo i nostri servizi e approfondimenti sul Piano per la riorganizzazione degli spazi degli istituti superiori in via di stesura da parte dell’amministrazione del Libero consorzio, due fatti nuovi sembrano descrivere il segno di una incrinatura nella certezza che voleva il Piano in via di realizzazione e senza ripensamenti rispetto alla (contestata) bozza redatta questa estate.
Il primo fatto nuovo è che il presidente della ex Provincia, Michelangelo Giansiracusa, ha deliberato il conferimento dell’incarico a un legale per la “consulenza e assistenza per l’analisi delle possibili conseguenze derivanti dal piano di razionalizzazione delle sedi degli istituti scolastici superiori”.
Già questa estate La Sicilia aveva dato spazio a tesi legali che vedevano la scelta (la più contestata) di trasferire il Rizza dalla sua casa storica del Palazzo degli studi a quella dell’Insolera, per lasciare l’edificio interamente al Corbino, come rivedibile: perché nell’accorpamento Rizza-Insolera è la seconda che ha perso l’autonomia e per la legge sul dimensionamento l’istituto che mantiene l’autonomia, mantiene l’immobile.
Poi, dopo l’annuncio dello stesso Giansiracusa a La Sicilia di presentare il piano definitivo “per poi sottoporlo all’approvazione del Consiglio e attuarlo dall’adozione dello stesso alla fine dell’anno solare 2025”, erano arrivati alcuni input, che si stanno rivelando fondati, da parte di qualche consigliere. Cosimo Burti (Fi) per esempio, parlava proprio della anomala assenza di un parere legale, visto anche l’obiettivo di dismissione degli affitti. E la necessità di evitare contenziosi: «Non abbiamo visto né Piano, né eventuali allegati, compresi i contratti d’affitto degli edifici che le scuole lascerebbero: chi ci assicura che l’ente non andrà incontro a contenziosi?»: aveva detto Burti a La Sicilia.
Non solo. Un altro consigliere provinciale, il sindaco di Carlentini Giuseppe Stefio, ha sollevato un problema di legittimità del metodo: si tratta di un atto di gestione dell’ente mentre in Consiglio dovrebbero passare solo provvedimenti d’indirizzo politico. La richiesta di Burti era che il presidente portasse in Consiglio “un documento corredato da un parere tecnico che garantisca nessun contenzioso. Cosa ne penserebbe la Corte dei conti?”.
È arrivato, dunque, l’incarico del presidente a un legale. Sarà l’avvocato Andrea Nicosia, che per il Libero consorzio avrà il ruolo di “consulenza e assistenza legale per l’analisi delle possibili conseguenze derivanti dal piano di razionalizzazione delle sedi degli istituti scolastici superiori”. Professionista “individuato dal presidente in considerazione del curriculum professionale, della comprovata esperienza in materia di diritto amministrativo e della capacità di affrontare tematiche complesse con approccio multidisciplinare”.
Gli affitti che l’ente vuole dismettere sono: i locali dell’Alberghiero in via Polibio; “metà immobile” dei locali sito di via Pitia: i locali sede del Provveditorato, in viale Tica. Alcuni contratti di locazione scadranno nel 2027-2028. È evidente che bisognerà ponderare bene gli effetti di una rescissione anticipata.
Il secondo fatto che certificherebbe l’incrinatura delle certezze di portare a casa questo Piano, è l’improvviso appello del presidente, dopo le tesi di vari consiglieri verso un “no” al voto, “alla collaborazione e alla responsabilità delle forze politiche del Consiglio”. Ma l’incarico a un consulente legale è la prova che non è questione di “responsabilità”, ma che le decisioni vanno ponderate.