Depuratore di Priolo
Caso Ias, in aula per il Riesame si deciderà sul “bilanciamento”
Decreto Bilanciamento al Riesame di Siracusa: la battaglia sull'operatività dell'impianto biologico consortile va per le lunghe

Il depuratore Ias di Priolo Gargallo
La partita sul decreto Bilanciamento riprende dopo l’intervallo. E le squadre, con le stesse formazioni, sono sempre là. Solo che il campo non si sposta più. Siracusa era e Siracusa resta, senza interferenze di Roma. Ieri mattina in viale Santa Panagia si è svolta la prima udienza di appello, di fronte al tribunale del Riesame, sul caso Ias (Industria acqua siracusana) e sull’ordine di distacco rivolto ai grandi utenti industriali del polo petrolchimico. La tabella di marcia prevede già altri due appuntamenti: se ieri hanno esposto le loro ragioni Versalis, Sonatrach e Sasol, il 13 ottobre toccherà a Isab e il 18 novembre alla procura di Siracusa. Poi partirà il conto alla rovescia per la decisione.
Mentre il procedimento penale per disastro ambientale va avanti e l’incidente probatorio sembra non volere finire mai, giudici diversi dello stesso tribunale sono chiamati a decidere sulla questione, parallela, che riguarda l’operatività del depuratore biologico consortile di Priolo Gargallo. All’impianto confluiscono i reflui del petrolchimico e, secondo il giudice che nell’estate 2022 ha disposto il sequestro, non dovrebbero arrivarci più. Perché, stando alle indagini, il depuratore non depura, anzi inquina. Il governo, visto che di mezzo ci sono le raffinerie che producono derivati del petrolio per un terzo d’Italia, è intervenuto. Con un decreto dei ministri dell’Ambiente e dell’Industria, ha stabilito i limiti di immissione che realizzerebbero un «bilanciamento» tra gli interessi in gioco: il diritto dell’industria a essere tale, sì, ma anche quello dell’ambiente a essere protetto, della salute delle persone a essere tutelata e dei lavoratori a non essere lasciati per strada. Per il gip, però, il decreto non bilancia granché. Lo ha disapplicato a luglio 2024, ordinando - di nuovo - che gli scarichi venissero staccati.
I ricorsi sono arrivati immediatamente: di Eni Versalis, Sonatrach, Isab, Sasol e del governo. Era settembre 2024. Dopo un primo tempo giocatosi a Roma, una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito, ad aprile 2025, che tutto il fascicolo venisse rispedito a Siracusa. Qualche mese di tempi tecnici e arriviamo a ieri. Quando la questione è ritornata in tutta la sua complessità e i tempi si sono allungati. Chi si aspettava una decisione nel breve periodo, rimane insoddisfatto. Servono, almeno, altri due mesi.