×

All'Agricantus va in scena Signora Benedette, dramma familiare tratto da un fattodi cronaca del 1946

Valentina Todaro è autrice e interprete dello spettacolo che sarà messo in scena nel teatro palermitano per la rassegna Teatro da Kamera

Dettagli evento

Valentina Todaro_Signora Benedette

Valentina Todaro_Signora Benedette

Per la stagione Teatro da Kamera «Questione di sguardi» che il Teatro Agricantus di Palermo, diretto da Vito Meccio, presenta, martedì 2 dicembre alle ore 21 va in scena «Signora Benedette», spettacolo di e con Valentina Todaro e con Giancarlo Latina, tratto da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 1946.

La protagonista di questa storia è Caterina, una giovane donna affascinante e malinconica che arriva a Milano con un pesante bagaglio di vita, segnato da tragedie personali e familiari, ma intenzionata a ricominciare. A Milano conosce Giuseppe Ricciardi, un commerciante catanese più grande di lei, che cattura immediatamente la sua attenzione. Tra i due inizia una relazione intensa e lui le propone di lavorare nel suo negozio di tessuti.

Il capoluogo milanese in quel periodo è pieno di «immigrati» siciliani e ben presto a Catania, dove vivono la moglie di Giuseppe e i suoi figli, giungono voci di presunta infedeltà. Senza pensarci due volte la moglie Franca prepara i bagagli e sale sul primo treno che dalla Sicilia la porta fino in Lombardia, per andare a conoscere la verità. Il suo arrivo segnerà la fine del rapporto tra i due amanti ed il licenziamento immediato di Caterina, ma la ragazza non ci sta: non ci sta ad essere stata usata per riempire il vuoto delle notti milanesi.

Così, in una notte fredda e piovosa, Caterina cammina e rimugina: forse vuole parlare con la moglie, o forse no, giusto per chiarire la sua posizione, e poi sparire per sempre dalla loro vita. D'altronde Franca, la moglie, in modo risoluto le aveva detto che non c'erano alternative, se non quella di lasciarli in pace. In una tragica sequenza, nell'appartamento dei coniugi cala un gelido silenzio, gli sguardi infuocati e le parole amare, fatte di rivendicazioni e di possesso, s'interrompono davanti alla furia cieca ed implacabile. Il dado è tratto.

La giustizia, tra interrogatori e deposizioni contrastanti, farà il suo corso. Intanto Caterina, trincerata in uno stato di catatonica indifferenza, trascorrerà i suoi anni perseguitata dagli incubi e dalle perizie psichiatriche.